|
|
|
|
|
|
Marsala
(Maissàla in dialetto, dall'arabo Marsa Alì
= porto di Alì / porto grande) è una
città italiana di 82.596 abitanti della Provincia
di Trapani, sulla costa occidentale della Sicilia.
Marsala è per numero di abitanti la quinta
città della Sicilia (dopo Palermo, Catania,
Messina e Siracusa), nonché la 63a città
più grande d'Italia,[1] è inoltre
il maggior centro agricolo, industriale e commerciale
della provincia di Trapani, per tali motivi aspira
da quasi cento anni a diventare capoluogo di provincia.
È Città del Vino dal 1987.
|
Nei suoi 250 km quadrati di estensione
ha un ricco patrimonio culturale e paesaggistico,
nel suo territorio comprende, ad esempio, la riserva
naturale regionale delle Isole dello Stagnone di
Marsala.
|
Sorge sulle rovine dell'antica
città punica di Lilibeo (Lilibeum in latino),
dal cui nome deriva l'appellativo di "lilibetani"o
marsalesi per i suoi abitanti.
|
La sua fondazione è strettamente
legata a quella di Mozia, una delle isole dell'arcipelago,
fondata nel VIII a.C., che è stata un'importante
città fenicio-punica. Rappresenta la Capitale
mondiale dell'Archeologia Navale[senza fonte], poiché
nel Museo del Baglio Anselmi vi sono custoditi i
resti di una nave punica, unico reperto archeologico
al mondo di imbarcazione da combattimento; risalente
al 241 a.C., anno delle guerre puniche combattute
davanti al mare di Lilybeo. Durante la prima delle
tre guerre puniche, fu assediata dai romani, e difesa
dal comandante punico Imilcone. Da qui lo storico
assedio di Lilibeo, di cui ebbero la meglio proprio
i romani.
|
Attualmente, dopo decenni di
edilizia selvaggia e di amministrazioni incuranti
del patrimonio e in previsione della realizzazione
di un parco archeologico, è in corso lo scavo
di una vasta area della città, da sempre
custodita dalle istituzioni ma mai scavata, ovvero
l'area dove sorgeva l'antica città cartaginese
prima, e romana poi, di Lilibeo. Gli scavi avevano
avuto avvio negli anni '70 con il rinvenimento di
un'insula romana. Gli anni 2000 stanno segnando
una svolta: non ultime le scoperte del decumano
massimo, della Venere Callipige del II secolo e
di innumerevoli tracce di civiltà antiche
(camere mortuarie, pavimentazioni, utensili, resti
di abitazioni e di strade). In particolare, nel
2007, nello scavo di San Giovanni, è stata
rinvenuta la pavimentazione cinquecentesca dell'omonima
chiesa, e nello scavo adiacente ad essa, una colonna
crollata su una pavimentazione in marmo bianco.
In tutti gli scavi dell'area, gli strati di terra
visibili sono un mix di terra e pezzi di terracotta,
anfore, monete, e vari segni dell'antica civiltà.
Nel mese di luglio del 2008, è stata scoperta
una statua di Iside, e diverse scritture che anticipano
la presenza di un tempio di Ercole nella zona archeologica
di Porta Nuova, destinata ad occupare una posizione
centrale nel contesto delle città puniche
della Sicilia (Mozia e Lilibeo, due delle quattro
città puniche della Sicilia insieme a Solunto
e Palermo, si trovano a Marsala)
|
|
Mozia
(anche nota come Mothia, Motya), oggi San Pantaleo,
è un'isola dello Stagnone di Marsala, in
provincia di Trapani. Sull'isola era situata l'antica
città fenicia omonima. L'isola si trova di
fronte alla costa occidentale della Sicilia, tra
l'Isola Grande e la terraferma, ed appartiene alla
Fondazione Whitaker.
|
L'isola si estende per quasi
quarantacinque ettari[senza fonte] e mostra una
forma quasi circolare; si trova al centro del cosiddetto
Stagnone di Marsala, che dal 1984 costituisce la
riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone
di Marsala, racchiusa tra la costa siciliana a nord
di Marsala e l'Isola Lunga. Sull'isola il livello
del mare si è innalzato di circa mezzo metro
rispetto all'epoca fenicia, e quindi parte dei resti
archeologici risulta sommerso. Il sottosuolo è
costituito da una roccia calcarea morbida, friabile,
di colore giallo, sormontata da un piccolo strato
di roccia calcarea abbastanza dura.
L'accesso all'isola è consentito
solo da due imbarcaderi privati, che oltre a collegare
la stessa Mozia alla terraferma permettono di visitare
anche le altre isole dello Stagnone. L'isola appartiene
alla Fondazione Whitaker, e benché sia aperta
al pubblico e visitabile durante gli orari di apertura,
è in vigore il divieto di sbarco non autorizzato.
Nell'antichità una strada collegava la terraferma
all'isola tra Capo San Teodoro e l'estrema punta
moziese settentrionale: oggi la stessa via risulta
sommersa, e non è più praticabile
a causa dell'erosione e delle alghe
|
|
|
|
|